Atti Congressuali

 

Saluto Presidente Massimo de Bellis

 

Organizzazione

 

 

Fusione lombare percutanea Versus fusione lombare “open”: un confronto tra perdita di sangue, complicanze chirurgiche, decorso ospedaliero

M. Sgambati, M. Lama, S. Amato, G. Iannaccone, G. La Tessa, V. Meus, S. Simpatico, G. Mirone, M. Villano

 

 

 

 

Summary

 

 

 

 

 

 

Proceedings SNO

 

 

 

 

 

 

 

Introduzione: Le perdite ematiche perioperatorie sono un problema frequente in chirurgia della colonna vertebrale e spesso richiede l'uso di trasfusioni allogeniche. La fusione lombare percutanea è un’opzione che minimizza il trauma chirurgico e sanguinamento intraoperatorio. Lo scopo di questo studio è quello di valutare la perdita di sangue, complicanze chirurgiche, e la durata del ricovero in pazienti sottoposti a fusione lombare per via posteriore “open” (PO) con pazienti sottoposti ad intervento di fusione lombare posteriore percutanea (PP), in entrambi i casi sono stati sottoposti a fusione non più di 3 livelli somatici contigui.
Metodi: I pazienti sono stati sottoposti a studio retrospettivo, valutando reports chirurgici, quantità di perdita ematica intraopartorio, se c’è stato o meno uso di somministrazione di sangue allogenico, studio delle complicanze e relazione dell’efficacia terapeutica con l’indice di massa corporeo, durata della degenza media.
Risultati: I pazienti sottoposti a PO hanno evidenziato una perdita significativamente più alta di sangue (p < 0,001), un più alto volume di sangue trasfuso (p < 0,001), e le complicanze chirurgiche maggiori (lesione durale, infezioni di ferite, vite malposizionate) (p = 0,02) rispetto a quelli sottoposti a PP. Non c’era alcuna differenza statisticamente significativa nella durata della degenza ospedaliera (p = 0,11), inoltre correlazione direttamente proporzionale si presentava nei pazienti con elevato indice di massa corporeo (BMI > 24) e complicanze post operatorie.
Conclusioni: La PP si presenta come tecnica ideale per i pazienti con BMI > 24, con minore perdita di sangue intraoperatorio e, successivamente, un tasso di trasfusione più basso rispetto alle tecniche convenzionali, tuttavia ciò non ha influenzato la durata del soggiorno in ospedale. La tecnica PP è risultata altrettanto sicura per riduzione di lacerazione durale, infezione della ferita, ed il posizionamento della vite.
Referenze:

1. Jansson K.A., Blomqvist P., Svedmark P., Granath F., Buskens E., Larsson M., Adami J.: Thoracolumbar vertebral fractures in Sweden: an analysis of 13,496 patients admitted to hospital. Eur J Epidemiol 2010; 25 (6): 431-437.
2. Ostelo R.W., de Vet H.C.: Clinically important outcomes in low back pain. Best Pract Res Clin Rheumatol 2005; 19 (4): 593-607.
3. Wild M.H., Glees M., Plieschnegger C., Wenda K.: Five-year follow-up examination after purely minimally invasive posterior stabilization of thoracolumbar fractures: a comparison of minimally invasive percutaneously and conventionally open treated patients. Arch Orthop Trauma Surg 2007; 127 (5): 335-343.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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