Atti Congressuali

Saluto Presidente Massimo de Bellis

Presentazione

Organizzazione

 

 

Contributi attuali in Neurologia della psicologia della Gestalt

E. Mariani, A. Colombo

 

 

 

 

Summary

 

 

 

 

 

 

Proceedings SNO

 

 

 

 

 

 

 

La psicologia della Gestalt (G.) si affermò negli anni ‘20 del 1900 per i suoi concetti innovativi: il tutto come superiore alla somma delle singole parti, interrelazione dinamica figura/sfondo, percezione condizionata da organizzazione di tipo formale. Fuchs ne dimostrò il valore nell‘emianopsia. Vi è stato ora un nuovo interesse per la G. da parte di neurofisiologi che hanno studiato la corteccia visiva della scimmia con microelettrodi ad ago e registrato l’attività del singolo neurone, individuando nell‘area V1 neuroni che rispondono all’orientamento delle figure, nelle V2 e V4 neuroni sensibili al chiaro/scuro, in altre neuroni sensibili al movimento ed in altre ancora neuroni che rettificano lo stimolo in senso geometrico e chiudono linee interrotte in pieno accordo con la legge della “buona continuazione”. Altri Autori hanno osservato che la corteccia V2 sa trasformare le immagini retiniche da bidimensionali in tridimensionali e definire i margini delle figure, condizione determinante per la distinzione figura/sfondo. Un recente lavoro ha mostrato che la visione di un oggetto attiva neuroni corticali che lo scompongono rappresentandone le singole parti, a cui segue un processo ricostruttivo e che la proiezione di barre vicino al punto di fissazione retinica dell’animale induce un’attività neuronale più intensa se esse sono presentate in posizione di collinearità (legge della buona continuazione) , se sono dello stesso colore (legge della somiglianza) e se sono parte di un movimento armonico (legge del destino comune). Studi similari sull’uomo, meno precisi, perché utilizzano la RM funzionale, mostrano variazioni del flusso ematico nella corteccia visiva V1 se sono presentate grate a vario orientamento, in accordo con le leggi della G . Sarebbe interessante l’utilizzo di metodiche G. nello studio di varie patologie, ad esempio nella simultagnosia, caratteristica della S. di Balint, in cui il soggetto è in grado di riconoscere i singoli elementi di una quadro ma non di integrarli nel suo insieme, in quanto ha perso la capacità di configurare il corretto rapporto figura/sfondo e la sua interrelazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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