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N. 17 - Dicembre 2020                                                                             35



          animi il sentimento patriottico. In ef-  che la Prima Guerra Mondiale sia
          fetti sebbene l’Italia presenti comu-  stata una guida per il resto del XX se-
          nanze culturali, retaggi storici, basi  colo.
          linguiste e di pensiero disomogenee,  Sul tema della sanità il Centenario ha
          per non dire contrastanti, essa però è  prodotto un susseguirsi di dibatti,
          comunque una terra che si ispira a va-  pubblicazioni, mostre e convegni. In
          lori percepiti come comuni, che la  particolare sono emersi molti diari
          rendono viva e piena di vibrazioni po-  scritti in tempo reale da medici diret-
          sitive, alimentate proprio da questo  tamente coinvolti nel conflitto. Da
          continuo scambio reciproco di fer-  “La grande guerra di Spaldo - il dia-
          menti e sfaccettature.             rio di guerra di Aldo Spallicci medico,
          Archiviate quindi le celebrazioni del  repubblicano e poeta di Romagna”
          centenario della Grande Guerra vere e  (Gaspari Editore, Udine) a “La Gran-
          proprie, eccoci ora a valutare l’eredi-  de Guerra (1915-1918) - Diario del
          tà che ci troviamo tra le mani.    tenente medico Fulvio Miletti” (Arti-
          La Prima Guerra Mondiale superò o-  graf, Firenze), da “Ospedale da cam-
          gni immaginazione: fu una guerra   po 040 di Cortina: la guerra di mon-
                                                                                Ritratto a colori del Dott. Angelo Piancastelli
          così grande che a quel tempo non era  tagna vista da un medico” (Gaspari  di Castel Bolognese eseguito durante la
          possibile pensarla nella reale portata,  Editore, Udine) a “Dal fronte del san-  guerra probabilmente da un prigioniero.
          così come poi si svolse. Essa, infatti,  gue e della pietà. Il diario del capita-
          non sottostò ai parametri tradizional-  no medico Gregorio Soldani nella
          mente conosciuti del combattere, ma  grande guerra” (Gaspari Editore, U-  di sangue (il bilancio delle perdite fra
          portò con sé l’avvento della moderni-  dine), tanto per citarne alcuni. Chi ha  i medici fu di 720 caduti, 397 dei
          tà tecnologica, dell’organizzazione  tempo e voglia potrà trovarne tanti  quali in combattimento). Una pro-
          del lavoro, del controllo delle masse,  altri: da pubblicazioni nazionali a ri-  spettiva se vogliamo anche più cruen-
          della subordinazione al potere onni-  strette edizioni locali.       ta, ma non meno vera.
          potente dello stato; fu la prima guerra  Ecco allora che leggere la storia della  Da quell’immediato dopo guerra ad
          industriale della storia, dopo di ché  Grande Guerra attraverso le parole  oggi i medici possono essere conside-
          niente nella vita delle popolazioni  dei medici, soprattutto di quelli impe-  rati osservatori privilegiati della de-
          poté più essere come prima, in quanto  gnati in prima linea diventa non solo  formazione fisica, del dolore, del
          la società civile ereditò e perfezionò i  un esercizio di osservazione dell’u-  trauma e della morte prodotta dallo
          modelli sperimentati durante il con-  manità in guerra, di ascolto di un ru-  smisurato potere distruttivo delle
          flitto.                            more di fondo scarsamente percepito  armi. Di conseguenza possono testi-
          Tra i tanti motivi di interesse della  seppure sempre presente, ma anche  moniare il lato indicibile e nascosto
          Prima Guerra Mondiale, la sanità è un  una occasione per leggere quel perio-  della guerra. Se il linguaggio comune
          argomento particolarmente significa-  do da una prospettiva diversa dal soli-  inorridisce di fronte a certe immagini
          tivo perché dal suo studio si è giunti a  to: per l’appunto quella dei medici  che si vorrebbero nascondere, il di-
          scoprire molte cose interessanti circa  che molto spesso si sono trovati espo-  sgustoso e l’osceno sono invece per-
          la vita del soldato, le sue reazioni alla  sti in prima linea al fianco di tutti gli  fettamente legittimi ed usuali all’in-
          guerra e alle difficili condizioni in cui  altri soldati e pagarono il loro tributo  terno di quello medico: “Creolina e
          si trovava ad operare, la sua psicolo-
          gia nonché le direttrici di migliora-
          mento che nacquero dall’esasperazio-
          ne di quella medicina d’urgenza.
          Con tutti i suoi milioni di morti e feri-
          ti la Grande Guerra accentuò e acce-
          lerò il progredire della medicina e
          della chirurgia d’urgenza, che crebbe-
          ro in quegli anni più di quanto fecero
          nei 30 successivi.
          D’altronde come aveva sentenziato
          Nikolai Pirogoff, uno dei più grandi
          chirurghi russi del 1800, “la guerra è  Ernst Friedrich e la prima
          un’epidemia di traumi”. E la Grande  edizione (1924) del suo
                                              libro fotografico di  denun-
          Guerra certamente lo fu, tanto che si  cia degli orrori della guer-
          può quindi tranquillamente affermare  ra, “Krieg dem Krieg”.
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