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Proceedings SNO “Cranioplastica terapeutica”
Editoriale
Presentazione
L a “cranioplastica” è un intervento chirurgico te l’impianto di una protesi ad hoc in materiale ar-
finalizzato alla riparazione di un difetto strut-
tificiale biocompatibile.
turale o morfologico del cranio. All’origine
senzialmente dettate dalla necessità di proteggere il
dei difetti cranici possono esservi molteplici cause: Le indicazioni a favore della cranioplastica sono es-
traumi con fratture esposte o comminute, ferite per- cervello, come terapia delle cosiddette “sindromi da
foranti da arma da fuoco o di altra natura, incidenti craniolacunia” (cefalea, difficoltà di concentrazione,
d’auto o sul lavoro, infezioni con osteomieliti, cra- deficit motori, ecc.), legate verosimilmente a varia-
niectomie decompressive, resezioni di tumori ossei o zioni pressorie endocraniche, nonché da ragioni este-
di tumori a carico di tessuti circostanti infiltranti l’os- tiche.
so, riassorbimenti di osso autologo, patologie dege- Il materiale sintetico ideale per la cranioplastica deve
nerative, malformazioni congenite. essere:
La cranioplastica può essere intesa come: 1) disponibile ed economico;
a) riposizionamento del tassello osseo asportato du- 2) biocompatibile, con minimo potenziale infettivo;
rante un precedente intervento neurochirurgico 3) non riassorbibile e facilmente modellabile (in mo-
(autoinnesto) e conservato presso una banca del- do da riprodurre fedelmente il contorno cranico);
l’osso, o di tessuto osseo autologo (cioè del Pa- 4) resistente, rigido, non conduttore;
ziente stesso) prelevato in altra sede (ad esempio, 5) in grado di stimolare l’osteogenesi e la rivascola-
dalle costole o mediante la divisione dei tavolati rizzazione;
esterno ed interno di un altro tassello osseo di di- 6) radiotrasparente e RM compatibile.
mensioni almeno pari al difetto, tramite un taglio La prassi chirurgica tradizionale prevede che la pro-
lungo la diploe): va da sé che il miglior materiale tesi sia realizzata direttamente in sala operatoria, una
impiantabile è l’osso stesso del Paziente; volta definite la natura e l’estensione della lesione: in
b) alloinnesto (innesto di materiale osseo o cartilagi- altri termini, è il chirurgo stesso che provvede a mo-
neo prelevato da un individuo della stessa specie): dellare, seduta stante, il materiale eteroplastico adat-
questo tipo di impianto è stato praticato intensa- to allo scopo (polietilene, polimetilmetacrilato, idros-
mente durante la prima Guerra Mondiale, con alta siapatite, reti metalliche). In particolare, il metilmeta-
percentuale di infezioni e di riassorbimento; crilato è attualmente il materiale più usato: nel giro di
c) xenoinnesto (trapianto di tessuto osseo prelevato pochi minuti s’indurisce e viene a costituire la prote-
da animali, come la scapola di pecora): nel 1668 si, pronta per essere impiantata.
l’olandese J.J. Van Meckeren descrisse il primo È evidente, tuttavia, come il buon esito di una tale
impianto xenoplastico, in cui si utilizzò un osso di procedura dipenda fortemente dall’abilità manuale
cane su un nobile russo, che però fu scomunicato del chirurgo, con risultati estetici non sempre confor-
per essere stato operato con un osso di canide; tanti, data l’enorme difficoltà nel conferire alla prote-
d) ricostruzione di un deficit di sostanza ossea trami- si la dovuta curvatura (anche per mani esperte). Inol-
Corrispondenza: Prof. Massimo de Bellis, UOSC di Neurochirurgia, Ospedale “S. Maria di Loreto Nuovo”, via A. Vespucci, 80142 Napoli
(NA), tel. 081-2542769-30, fax 081-2542770, e-mail: massimo.debellis@libero.it
Cranioplastica terapeutica (a cura di Bruno Zanotti, Angela Verlicchi, Pier Camillo Parodi): 9-10.
Proceedings SNO: Master sulle Cranioplastiche terapeutiche custom made - LII Congresso Nazionale SNO, 11 maggio 2012, Roma.
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