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Considerazioni storiche intorno alle soluzioni di continuità della teca cranica A. Porro
A B L’occasio praeceps del
primo aforisma ippo-
cratico non era sfuggita
ai neurofisiologi roma-
ni fra i quali, oltre a
Pacchioni e nella fatti-
specie dell’esempio pro-
posto, si possono anno-
verare anche Giorgio
Baglivi (1668-1707) e
Giovanni Maria Lanci-
si (1654-1720).
Si può ricordare, inci-
dentalmente, che pro-
prio le ricerche sulle
meningi furono alla ba-
se della diatriba (condi-
ta con accuse di plagio)
Figura 1. Frontespizio dell’opera Cerebri
Anatome (A) di Thomas Willis, che contiene che aspramente divise
anche il disegno delle arterie del cervello di questi ultimi.
Sir Christopher Wren (B). Certamente, la scarsa
dotazione strumentale
limitava grandemente
della iatromeccanica ed esemplificativamente possia- le verifiche sperimentali ed il valore della qualità,
mo ricordare la figura e l’opera di Thomas Willis specialmente allorché si affrontasse il problema delle
(1621-1675) e la sua Cerebri Anatome (Figura 1) . funzioni superiori, intellettive, vitali, animali (secon-
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Le posizioni dei medici razionalisti d’epoca prevede- do il concetto galenico) rimaneva relativamente soli-
vano la centralità dei dati provenienti dall’anatomia do: l’applicazione dei paradigmi metodologici verifi-
animata (con questo termine si indicava l’odierna fi- cati per altri apparati al contenuto della teca cranica
siologia, ma anche, volendo sottolinearne una sfuma- poteva però dischiudere, in termini di unificazione, le
tura, quel legame che univa la morfologia al divenire, conoscenze dei meccanismi più delicati del funziona-
l’anatomo-fisiologia), capaci di indirizzare anche le mento della macchina umana.
pratiche terapeutiche. Questa condizione di limitatezza sarebbe persistita
Antonio Pacchioni (1665-1726) è noto per i suoi stu- per ancora circa due secoli; tuttavia, la possibilità di
di sulle meningi (descrisse le granulazioni sporgenti usufruire dei dati provenienti dalla presenza di una
sulla superficie dell’aracnoide) : alcuni suoi riscontri soluzione di continuità della teca cranica sarebbe sta-
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sperimentali su cani scalottati lo portarono a congettu- ta già affrontata eminentemente in termini tecnici,
re errate sulla funzione delle meningi quali involucri operativi, terapeutici anche nella prima parte del se-
muscolari del cervello (e sulla possibilità di una loro colo XIX .
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attività diastolica e sistolica, definita dal termine tre-
mulo-oscillante, in relazione alla circolazione dell’in-
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flusso nervoso) . VERSO LA FINE DEL XIX SECOLO
Si tratta, com’appare evidente, di un’applicazione del
paradigma circolatorio, da pochi decenni introdotto Se quanto fin qui espresso, a riguardo di una nascen-
da William Harvey (1578-1657) a metodologia, con la te indagine neurofisiologica, ci deve sempre ricordare
sua Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis che la dimensione qualitativa faticava ad evolvere in
in animalibus (8,9,10) a nuove strutture anatomiche. quella quali-quantitativa (ed a maggior ragione in
Quel che a noi però importa ricordare, è il riscontro di quella quantitativa tout court), per impedimenti emi-
queste sue ipotesi sull’uomo (20,21,22) : senza quella fine- nentemente tecnologici, tecnici e strumentali, noi pos-
stra sull’ignoto non sarebbe stato possibile riscontra- siamo collocare temporalmente la rimozione di molti
re l’osservazione vivisettoria sperimentale. fra questi ultimi ostacoli verso la fine del secolo XIX.
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