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Proceedings SNO “Cranioplastica terapeutica”
I riferimenti da prendere in considerazione sono di
varia natura, e pertinenti a differenti branche discipli-
nari quanto ad esiti specifici (la neurochirurgia è sol-
tanto uno fra gli esempi): tuttavia, alcuni filoni di ri-
cerca possono essere riconosciuti come trasversali,
così come lo sono l’adesione applicativa a talune me-
todologie, o la ricerca di risposte ad alcune domande
coprenti un ambito interdisciplinare od anch’esso
transdisciplinare.
A riguardo della nostra situazione di partenza, che ve-
de nella soluzione di continuità della teca cranica l’e-
vento che focalizza l’interesse, possiamo ricordare
che l’evoluzione della strumentazione del laboratorio
di fisiologia, così come lo sviluppo della psicologia
sperimentale, rendono questa evenienza più che pre-
ziosa incidentalmente.
La natura che sperimenta autonomamente sull’uomo
rimane sempre uno dei modelli di riferimento, ed in
certo qual modo la serendipity deve completare quel
che spesso viene offerto all’osservazione in un’unica
occasione (d’altronde, lo stesso Ippocrate, seppure in
un differente contesto, come già espresso, resta sem-
pre pronto a ricordarcelo con il suo primo Aforisma,
allorché cerchiamo di valutarne il messaggio univer-
salmente valido). Figura 2. Ritratto di Angelo Mosso (Torino, 1846-1910).
La soluzione di continuità della teca cranica diviene,
allora e come già avvenuto nella Roma di fine Sei-
cento, una finestra, che ci consente di osservare in vi- modo riunisce in sé, per l’ambito scientifico italiano
vo il funzionamento dell’organo interno (e, quasi pa- di fine Ottocento, le caratteristiche di catalizzatore
radossalmente, è bene che la soluzione di continuità delle ricerche fisiologiche (intese nel senso più ampio
resti tale almeno per un sufficiente lasso di tempo). del termine, quanto a correlazioni con le altre branche
La condizione ideale, allora, non risiede tanto nella disciplinari mediche, chirurgiche e di base - per usa-
soluzione di continuità di tipo post-traumatico (in tal re un termine moderno).
caso, ben più pressanti sono le necessità di interventi Siamo nella positivistica Torino, ed immaginiamo al-
d’emergenza volti a salvaguardare la vita), anche se
lora di entrare nell’Istituto di Fisiologia della Regia
superata la fase acuta dell’evento le osservazioni di-
Università, diretto da Angelo Mosso (1846-1910) (Fi-
vengono possibili, bensì le soluzioni di continuità le-
(3)
gura 2) .
gate a specifiche patologie.
Si devono richiamare alla memoria alcuni suoi dati er-
Si pensi alla sifilide terziaria: non era così infrequen-
gobiografici, perché sia chiaro quanto finora espresso.
te l’osservazione evolutiva di gomme destruenti il ta-
volato osseo della teca cranica. La citazione degli esponenti della scienza del tempo,
dei quali egli può considerarsi allievo, ci indica chia-
Poiché tali lesioni potevano permettere una qualità di
ramente, ed oltre ogni altra considerazione, la qualità
vita sostanzialmente migliore di quella riscontrabile,
delle esperienze che Mosso fu in grado di intrapren-
ad esempio, in caso di lesioni sostitutive di origine
neoplastica, i soggetti portatori di soluzioni di conti- dere, il livello della rete dei rapporti che riuscì ad in-
nuità si dimostrarono particolarmente adatti alla rile- staurare, e la dimensione qualitativa che fece rag-
vazione di dati e parametri relativi al funzionamento giungere all’Istituto di Fisiologia dell’Università tori-
cerebrale in diverse e variabili condizioni. nese (in tutte le sue estrinsecazioni).
Queste due tipologie di soggetti furono oggetto di os- Il primo nome che si può proporre alla riflessione, è
servazioni relative al funzionamento cerebrale. quello di Jacobus Albertus Willebrordus [o Jakob, o
Entriamo così in contatto con la figura che in qualche Jacopo] Moleschott (1822-1893).
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