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Proceedings SNO                                                    “LXI Congresso Nazionale SNO”



              limentare l’approccio palliativo e collegarlo solo all’inevi-  do al momento giusto l’”ombrello” (ovvero identificare i
              tabilità della morte. Viene in aiuto la metafora “della piog-  cosiddetti “nodi decisionali” o “trigger point”), e rendendo
              gia e dell’ombrello” spesso utilizzata nella pratica clinica e  il più possibile autonomi nelle scelte i loro pazienti (grazie
              che ha trovato recentemente un’autorevole divulgazione  anche alla cosiddetta Pianificazione Condivisa delle Cure
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              dell’applicazione in campo palliativo . Gli operatori sani-  prevista dalla Legge 219/17), fornendo adeguate informa-
              tari potrebbero rassicurare i malati affermando che “le CP  zioni, con modalità progressive e che ben si confanno alle
              sono l’ombrello, non la pioggia” e che seppure “avere un  persone che si trovano di fronte. Le competenze di un am-
              ombrello non significa che pioverà” (come nelle previsio-  bulatorio neurologico di secondo livello (Centro Sclerosi
              ni metereologiche, il decorso di una malattia può essere  Multipla, Centro Sclerosi Laterale  Amiotrofica/malattie
              non facilmente prevedibile almeno per quanto concerne i  neuromuscolari, Centro malattie rare neurologiche, Centro
              tempi in cui si compiranno alcune condizioni) è fonda-  per i Disturbi Cognitivi e le Demenze, ecc.) devono arric-
              mentale portare con sè l’ombrello che possa offrire un ri-  chirsi di conoscenze palliative in modo da rispondere a
              paro dalla pioggia: “l’ombrello funziona meglio se lo dia-  quello che il filosofo Søren Kierkegaard nel 1849 scriveva:
              mo ai pazienti prima che la pioggia inizi - non aspettiamo  “Se davvero si vuole aiutare qualcuno, bisogna prima sco-
              che il paziente si inzuppi!”.                    prire dove si trova. Questo è il segreto dell’assistenza. Se
              Certamente le prove di efficacia al momento disponibili  non si può scoprirlo, è solo un’illusione credere di poter
              sono limitate in termini di Evidence-Based-Medicine; d’al-  aiutare un altro essere umano. Aiutare qualcuno significa
              tra parte non è facile studiare interventi complessi, che  comprenderlo più di quanto lui possa fare, ma prima di tut-
                                                                                                   (13)
              prevedono mutidisciplinarietà e multiprofessionalità con  to bisogna comprendere ciò che egli comprende” . Questa
              competenze acquisite, in cui si incontrano difficoltà a man-  citazione, che pone l’accento sulle competenze comunicati-
              tenere “incontaminati” i controlli, che richiedono tempi  ve, è stata da decenni menzionata in ambito palliativo ma
              lunghi per dimostrare modifiche delle misure di outcome  tuttora poco tradotta in termini di formazione medica e spe-
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              che, a loro volta, non hanno sufficiente responsiveness . È  cialistica. Chi, se non l’equipe che ha seguito un paziente
              bene qui ricordare l’Editoriale di The Lancet Neurology (10)  magari fin dalla diagnosi, può farsi carico di questo? Chi, se
              che ha sottolineato l’importanza di un incremento di inve-  non il neurologo, può avere competenza per affrontare l’e-
              stimento economico anche per la ricerca che, nel suo svol-  terogeneità, la peculiarità e la complessità dei sintomi e dei
              gimento, promuoverebbe formazione e cultura.     problemi che la disabilità neurologica pone all’intervento
              Le istituzioni a cui è demandata la salute dei cittadini do-  palliativo? . Un esempio per tutti di tale complessità è for-
                                                                      (14)
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              vrebbero essere molto interessate alle CP anche perché es-  nito dalle demenze . Non solo le competenze palliative di
              se, con qualificata assistenza ai malati e alle loro famiglie  base servono nelle malattie neurologiche croniche ma an-
              nelle varie fasi della malattia, ridurrebbero i ricoveri in  che nell’acuzie per affrontare le grandi criticità delle gravi
              emergenza (nella maggioranza dei casi impropri e trauma-  lesioni acute del nevrasse (dal neurotrauma allo stroke) .
                                                                                                        (14)
              tici per il malato e la famiglia), spesso utilizzando letti per  Le CP specialistiche (corrispondenti alle previste Unità
              acuti nelle fasi finali della vita.              Operative di CP, diversamente definite a livello locale) in-
              Negli ultimi anni si è fatto largo in Italia il tema del desi-  tervengono laddove sarà richiesto da quelle “di base”, in
              derio di anticipare la morte e, nella casisitica venuta alla  presenza di particolari difficoltà e di complessità che so-
              luce della cronaca, la disabilità neurologica è stata prota-  verchiano le competenze dell’approccio di base, articolan-
              gonista. Il neurologo non potrà esimersi dall’affrontare ta-  dosi nell’Hospice e nell’assistenza domiciliare.
              le tema anche alla luce dell’apertura normativa al suicidio  Ovviamente questi due livelli di assistenza devono trovare
              medicalmente assistito (Sentenza 242/19 della Corte  le loro fondamenta nell’empowerment ed engagement del-
              Costituzionale). Ancora, c’è da interrogarsi se dietro alle  la cittadinanza e la comunità neurologica non solo si deve
              richieste di suicidio ci sia l’assenza o il fallimento di assi-  impegnare nel formare sè stessa in tema di approccio pal-
              stenza palliativa per interventi troppo tardivi e/o non mira-  liativo ma deve contribuire allo sviluppo di una cultura del-
              ti alla disabilità neurologica.                  la palliazione nella società, cultura che, non scordiamo, ha
              Il modello delle CP simultanee e precoci, già proposto da  un elevato valore etico.
              tempo in ambito oncologico , costituisce un elemento
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              fondamentale delle CP in Neurologia. Tale modello deve
              prevedere un doppio livello di assistenza, ovvero le cosid-  BIBLIOGRAFIA
              dette “CP generali o di base” e “CP specialistiche” . Le  1. Palliative care in neurology. The American Academy of
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              prime si caratterizzano per una relativa minore complessi-  Neurology Ethics and Humanities Subcommittee. Neurology
              tà e sono volte ad iniziare l’approccio palliativo; in tale  1996; 46 (3): 870-872.
              ambito i neurologi si devono ritenere coinvolti in collabo-  2. Oliver DJ, Borasio GD, Caraceni A, de Visser M, Grisold W,
              razione con il medico di medicina generale, auspicabil-  Lorenzl S, Veronese S, Voltz R. A consensus review on the de-
              mente in forma organizzata. Compito dei neurologi deve  velopment of palliative care for patients with chronic and pro-
              essere quello di intercettare i bisogni (talvolta nascosti an-  gressive neurological disease. Eur J Neurol 2016; 23 (1): 30-38.
              che agli stessi protagonisti), provare a gestirli, consegnan-  3. Pace A, Dirven L, Koekkoek JAF, Golla H, Fleming J, Rudà



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