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Proceedings SNO “Cranioplastica terapeutica”
cause quali sclerodermia, microftalmia (8,2%). In ba-
Incidenza di riassorbimento di cranioplastiche autologhe
se all’esperienza ventennale riportata, gli Autori con-
cludono che il tasso di infezione diventa inaccettabi- Autore, anno Incidenza di riassorbimento
le quando la cranioplastica in PMMA viene utilizzata Moreira-Gonzalez, 2003 32%
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in qualsiasi situazione dove può venire a contatto con Grant, 2004 50% (Pediatria)
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la mucosa dei seni nasali o con materiale contamina-
Gooch, 2009 6,5%
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to. Infatti, il 41% dei pazienti che presentavano un De Bonis, 2012 4,6%
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contatto tra PMMA e seno ha avuto una complicanza
infettiva e nell’80% dei pazienti con complicanza set-
Tabella 1. Incidenza di riassorbimento di cranioplastiche au-
tica veniva riscontrato un contatto tra PMMA e seno. tologhe.
Wong et al. (21) riportano invece una revisione retro-
spettiva, nel corso di un periodo di 7 anni, di pazien-
ti pediatrici, sottoposti a cranioplastica frontale, con che, per comminutazione post-traumatica o per diffi-
cemento di idrossiapatite, secondaria a una preceden- coltà di stoccaggio può essere presa in considerazio-
te procedura chirurgica cranio-facciale elettiva. Su 17 ne la cranioplastica eterologa.
pazienti con ricostruzione cranio-facciale frontale, 10 Il rapporto tra infezioni e il materiale della craniopla-
pazienti hanno presentato una complicanza settica, stica è stato generalmente ipotizzato in stretta rela-
tuttavia solo in 3 pazienti al reintervento è stata os- zione, a tal punto da condizionare la scelta del tipo di
servata una comunicazione con il seno frontale. Co- lembo eterologo.
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munque, l’elevata incidenza di sepsi ha determinato, Nella review di Yadla et al. , su 18 studi con un
per questi Autori, la controindicazione all’utilizzo del quarto livello di evidenza ed uno studio di terzo li-
cemento in idrossiapatite nelle ricostruzioni frontali, vello, vengono riportati i dati provenienti da 2.254
anche quando il seno è stato cranializzato, obliterato procedure. Le conclusioni sono estremamente cate-
oppure quando è congenitamente assente. goriche sulla assenza di relazione tra incidenza di in-
A conferma dell’elevato rischio di complicanze Ar- fezione e tipo di materiale adoperato per la craniopla-
chavlis et al. , nel definire i criteri di arruolamento stica, confrontando protesi in resina acrilica, PMMA,
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per uno studio retrospettivo che valutasse l’impatto titanio, idrossiapatite, ceramica ed osso autologo.
sull’outcome del timing chirurgico delle cranioplasti- Analoga osservazione viene riportata da Chang et
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che, hanno escluso i pazienti sottoposti a craniopla- al. su di un’analisi retrospettiva di 212 pazienti sot-
stica bifrontale. toposti a craniectomia decompressiva per diverse
De Bonis et al. in un’analitica revisione di 218 cra- cause traumatiche, cerebro.vascolari e neoplastiche
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nioplastiche, di diversi materiali, eseguite dopo inter- con successiva cranioplastica, anche se la casistica è
venti di decompressione ossea post-traumatica, post- sbilanciata con un 82% di casi in osso autologo.
tumorale, post-stroke, conclude che le craniotomie Interessante è l’esperienza riportata in ambito milita-
bifrontali hanno un rischio raddoppiato di complican- re da Stephens et al. (18) che analizza 108 pazienti sot-
ze in generale ed un aumento di 2,5 volte di svilup- toposti a craniotomia decompressiva per trauma cra-
pare infezioni. nico penetrante o chiuso durante operazioni di guer-
ra. Il tasso di infezioni peri-operatorie è del 12%, ri-
portato leggermente maggiore ai dati di letteratura in
MATERIALI relazione al tipo di trauma, tuttavia non si è osserva-
ta nessuna differenza di incidenza infettiva generale
L’osso autologo rimane il materiale di prima scelta tra l’82% di pazienti sottoposti a cranioplastica in
per una canioplastica, soprattutto per motivi di bio- PMMA e il 18% in titanio.
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compatibilità e per dover ineluttabilmente riposizio- Anche le conclusioni di De Bonis et al. sono inte-
nare nel paziente ciò che dal paziente era stato prece- ressanti, alla luce della notevole eterogeneità della ca-
dentemente asportato. Tuttavia è gravato dalla com- sistica per tipo di protesi. Confrontando i pazienti con
plicanza del riassorbimento a distanza, che in lettera- cranioplastica autologa (135 casi), cranioplastica ese-
tura è riportata con un incidenza variabile (Tabella 1). guita manualmente intra-operatoriamente in PMMA
Quando vi sia un rimaneggiamento della prima cra- (31 casi), cranioplastica “custom made” in PMMA
nioplastica in osso autologo, quando vi sia una indi- (15 casi), in idrossiapatite porosa (20 casi) ed in
sponibilità del lembo autologo per complicanze setti- PolyEtherEtherKetone: PEEK (17 casi), i dati orien-
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