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Craniectomie decompressive                                                          B. Zanotti



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             matica di 12 studi osservazionali retrospettivi, per un  l’infarto > a 145 cm rilevato alla RM encefalica; va-
             totale di 138 pazienti, rilevarono un buon outcome  lutazione del Paziente entro 24 ore, ove indicato, rea-
             (funzionalmente indipendente o moderata o lieve di-  lizzazione della procedura chirurgica entro 48 ore
                                                                                (32)
             sabilità) nel 42% dei pazienti e una mortalità del 24%  dall’evento ischemico .
             per quelli sottoposti a emicraniectomia decompressi-  L’ischemia o l’emorragia possono però interessare in
             va con duroplastica. Interessante notare che il 70%  modo autonomo anche la sola fossa cranica posteriore.
             dei pazienti dichiararono che si sarebbero sottoposti  Nel 1956 Bernard Fairburn e Leslie C. Oliver nonché
                                                      (16)
             di nuovo all’intervento se nella stessa situazione .  Sten O. Lindgren sono stati i primi a richiamare l’at-
             Fino al 2007, i case report e le casistiche pubblicate  tenzione sugli infarti cerebellari come emergenza
             erano 93 per un totale di 1.834 pazienti (meno di 50  neurochirurgica che necessita di un pronto trattamen-
             casi all’anno) e la maggior parte delle pubblicazioni  to mediante decompressione e resezione del tessuto
             era retrospettiva e con pochi pazienti. Gli studi sem-  necrotico (12,30) . Successivamente sono stati pubblicati
             bravano indicare un sostanziale miglioramento dei  isolati report e piccole serie.
             pazienti trattati con craniectomia decompressiva in  I risultati di uno studio europeo multicentrico non
                             (29)
             termini di mortalità .                           randomizzato (Germania-Austria: Cerebellar Infarc-
             Nel 2006 e 2007 sono stati pubblicati 3 trial rando-  tion Study, 1999), con 34 pazienti sottoposti a de-
                                                     (40)
             mizzati controllati europei: francese DECIMAL , te-  compressione sottooccipitale, hanno evidenziato che
             desco DESTINY (23)  ed olandese HAMLET (17,18) .  il trattamento neurochirurgico non è superiore a quel-
             Dall’analisi combinata di questi trial, sui 51 pazienti  lo medico nei pazienti da svegli a sonnolenti, mentre
             sottoposti a craniectomia decompressiva entro 48 ore  produce un significativo recupero in metà dei pazien-
             dallo stroke (rispetto ai 41 con trattamento conserva-  ti in coma .
                                                                      (21)
             tivo), è risultato che la mortalità ad un anno è del 22%  Nelle linee guida della American Stroke Association
             (contro il 71%) e l’outcome è favorevole (punteggio  del 2007 è stato riportato che “l’evacuazione decom-
             alla scala di Rankin modificata < 5) nel 75% (contro  pressiva chirurgica di un infarto cerebellare occupan-
             il 24%) .                                        te spazio è una misura potenzialmente salvavita ed il
                   (39)
             La craniectomia decompressiva è stata indicata nelle  recupero clinico può essere molto buono (classe I, li-
             linee guida della American Stroke Association (ASA)  vello B)” .  Anche le linee guida dell’European
                                                                      (2)
             approvate nel gennaio 2007, ma come raccomanda-  Stroke Organization del 2008 hanno raccomandato:
             zione di classe IIa (benefici > rischi), livello B, in  “la ventricolostomia o la decompressione chirurgica
             quanto la chirurgia decompressiva per edema mali-  sono indicate nel trattamento degli infarti cerebellari
             gno dell’emisfero cerebrale può essere salvavita, ma  estesi che comprimono il tronco cerebrale (classe III,
                                               (1)
             non si conosce l’impatto sulla morbilità .       livello C)” .
                                                                       (38)
             Nel 2008 la craniectomia decompressiva è stata inse-  Da segnalare però che, alle volte, può bastare una
             rita come raccomandazione di classe I, livello A nel-  temporanea derivazione liquorale esterna dal ventri-
             le linee guida della European Stroke Organization  colo laterale nei casi di infarto o di emorragia di pic-
             (ESO), in cui: “La terapia di decompressione chirur-  cole dimensioni in fossa cranica posteriore che pro-
             gica è indicata entro 48 ore dall’esordio dei sintomi  vocano solo una stenosi acqueduttale.
             nei pazienti fino a 60 anni di età, con infarto maligno
             dell’arteria cerebrale media in evoluzione” .
                                                 (38)
             Nelle linee guida Stroke CG68 del National Institute  NELLA PRASSI
             of Health and Clinical Excellence (NICE) (2008), ri-
             ferite all’infarto massivo dell’arteria cerebrale media,  Scopo della chirurgia decompressiva cranica è di rea-
             si consiglia un trattamento decompressivo cranico in  lizzare una craniectomia temporanea, cioè una cra-
             concordanza con: età inferiore ai 60 anni; deficit cli-  niotomia con rimozione dell’opercolo osseo per di-
             nici suggestivi di infarto massivo del territorio del-  minuire la pressione intracranica.
             l’arteria cerebrale media con score alla scala dello  La craniectomia può essere: fronto-temporo-parietale
             stroke del National Institutes of Health (NIHSS) > di  (monolaterale o bilaterale), bifrontale o occipitale (20,26) .
             15; deterioramento dello stato di coscienza di 1 pun-  L’approccio chirurgico si pone l’obiettivo di giunge-
             to o più alla scala NIHSS; alla  TC dell’encefalo,  re ad una ampia esposizione della superficie cranica
             estensione dell’ipo-densità > del 50% nel territorio di  da demolire, ma deve essere rispettoso della vascola-
             irrorazione dell’arteria cerebrale media o volume del-  rizzazione superficiale ed il più possibile estetico.



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