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Craniectomie decompressive B. Zanotti
munque col tempo il tasso di mortalità ed il mito che
la craniectomia decompressiva creava solo stati vege-
tativi persistenti fu in parte sfatato.
La craniectomia decompressiva trovava applicazione,
oltre che nel rigonfiamento cerebrale da grave trauma
cranico, negli infarti massivi dell’arteria cerebrale
media, negli infarti cerebellari, nelle emorragie sub-
aracnoidee da aneurismi, nelle emorragie intracere-
brali sopra- e sottotentoriali, nelle trombosi dei gros-
si seni venosi intracranici (4,24,29,35) .
Nel 1935 uscì per la prima volta un articolo, ad ope-
ra dell’italiano Tommaso Greco, in cui veniva utiliz-
zata la rimozione chirurgica di un’ampia parte del
cranio ipsilaterale per massivo infarto emisferico, se-
condario a lesioni dell’arteria carotide al collo con
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successiva trombosi . Va detto però che, precedente-
mente, Cesare Frugoni (1881-1978), nel 1917, aveva
descritto un caso clinico di un soldato ferito da una
palletta di shrapnell ricevuta nella regione zigomatica
sinistra. Dopo mezz’ora aveva accusato un ictus, che
era esitato in una emiplegia sinistra. Era stata pratica-
ta una larga craniectomia nella regione temporo-parie-
tale destra e varie “cerebro-punture esplorative” ave-
vano dato reperti completamente negativi. La palletta,
conficcatasi attraverso la faccia nella fossa pterigo-
Figura 1. Emil Theodor Kocher (1841-1917).
mascellare del lato opposto, era stata estratta dopo
aver constatato che si trovava a contatto con l’arteria
Grazie agli avanzamenti nel critical care e nella tec- carotide interna di destra ed aveva provocato una la-
nologia medica, nella tecnica chirurgica e nel moni- cerazione dell’intima con trombosi parietale. Questo
toraggio della pressione intracranica, migliorò co- aveva prodotto la successiva embolia cerebrale .
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Figura 2. A. Pubblicazione di H. Cushing del 1908 sull’uso delle decompressioni nei traumatizzati cranici. B. La linea di incisione, a
differenza dei casi operati per tumore cerebrale, è non solo verticale, ma anche obliqua .
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