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L’osteointegrazione nella cranioplastica                                             R. Stefini



             rante un intervento di cranioplastica, sia ogni qual-  polvere d’osso e promosso dalla presenza dello stes-
             volta si esegua una craniotomia e alla fine dell’inter-  so sangue, mentre è ostacolato dall’inserimento di
             vento chirurgico, dopo chiusura della dura madre, si  materiale emostatico che facilità la formazione di tes-
             appone l’opercolo osseo.                         suto fibroso.
             Affinché avvenga la guarigione con ripristino dell’in-  La guarigione “indiretta” avviene qualora non av-
             tegrità del cranio sono necessari requisiti biologici e  venga un’adeguata rigidità e stabilità fra cranio ed
             meccanici.                                       opercolo osseo. Per tale motivo l’organismo mette in
             I requisiti biologici dipendono dalla presenza di cel-  atto dei meccanismi che portano, da un punto di vista
             lule ossee capaci di supportare il processo di guari-  biomeccanico, alla progressiva riduzione di movimen-
             gione e da un apporto adeguato di sangue, che in re-  to fra osso ed impianto (teoria di Perren). I passaggi
             gione cranio-facciale non risulta essere un problema  biologici partono dalla formazione di un ematoma nei
             in considerazione dell’ampia rete vascolare arteriosa  tessuti molli che circoscrive il gap osso-craniolacunia,
             e venosa di supporto a tale distretto.           seguito dalla sostituzione con tessuto di granulazione
             I requisiti meccanici obbediscono al grado di rigidità  ed il riassorbimento dei margini dell’osso grazie all’a-
             e stabilità del sistema “opercolo osseo-cranio” e sono  zione degli osteoclasti. Il tessuto di granulazione si
             completamente ad appannaggio del tipo di materiale  trasforma in tessuto connettivale, le cui cellule hanno
             e della tecnica chirurgica di apposizione.       la più alta capacità di resistenza citoplasmatica in am-
             La rigidità è intesa come la capacità dell’impianto a  biente in movimento. Il tessuto connettivale si rimo-
             resistere a forze che possono deformare l’impianto  della in fibrocartilagineo, che calcifica e, grazie agli
             stesso mentre la stabilità è l’assenza di micro- o ma-  osteoblasti, forma tessuto osteoide, i cui canali di
             cromovimenti dell’opercolo osso nei confronti del  Havers hanno la direzione delle lamelle ossee. In que-
             cranio.                                          sto modo si ottiene l’osteofibrointegrazione.
             La stabilità del sistema può anche essere influenzata
             dall’entità della pressione intracranica, così come da
             forze o pressioni esterne dovute a traumi cranici o a  OSTEOINTEGRAZIONE
             decubiti forzati del capo che possono direttamente  CON SOSTITUTI OSSEI ORGANICI
             esercitarsi sull’opercolo osseo.
             In base alle condizioni meccaniche di stabilità e rigi-  Come già evidenziato l’osteointegrazione viene inte-
             dità, la guarigione dell’osso fratturato può avvenire in  sa come una diretta connessione fra un osso funzio-
             modo diretto o indiretto.                        nalmente e strutturalmente vitale con i margini del-
             Quando vi sono condizioni di assoluta e adeguata sta-  l’opercolo osseo. Può sembrare difficile che l’osteo-
             bilità, pur in presenza o meno di un “gap” fra operco-  integrazione possa avvenire con un materiale che non
             lo osseo e cranio, si assiste alla guarigione definita:  sia tessuto osseo.
             “diretta”. Affinché possa avvenire, i margini fra vo-  I fattori necessari per ottenere un’adeguata osteointe-
             let osseo e cranio devono combaciare, aderire e, se  grazione con un sostituto osseo inorganico riguardano:
             fosse possibile, messi in compressione. In questo mo-  1. biocompatibilità,
             do la guarigione può essere considerata diretta senza  2. forma del sostituto osseo,
             la formazione di un callo osseo. Gli osteoclasti si  3. caratteristiche del sostituto osseo,
             comportano come la testa di un drill, creando dei ca-  4. condizione del sito ricevente,
             nali nell’interfaccia cranio-volet osseo colonizzati  5. tecnica chirurgica.
             dagli osteoblasti. Questi ultimi formano dei ponti os-
             sei chiamati osteoni.
                                                              ❒ ❒ BIOCOMPATIBILITÀ
             La condizione più frequente di guarigione fra la cra-
             niolacunia e l’opercolo osseo è però quella di un si-  La biocompatibilità indica l’attitudine di un materiale
             stema stabile, grazie al fissaggio delle placche, ma  a essere ben tollerato dall’organismo ospite in cui de-
             con un “gap” nell’interfaccia cranio-opercolo osseo.  ve operare. La biocompatibilità, inoltre, deve conser-
             In questo caso gli osteoblasti depositando tessuto  varsi per l’intera durata della realizzazione per la qua-
             osteoide nell’area di “gap” promuovono la formazio-  le il biomateriale è destinato. Un biomateriale alta-
             ne di un osso lamellare orientato in modo trasverso.  mente biocompatibile provoca una modesta risposta
             Questo processo è favorito dal posizionamento nel-  biologica dell’organismo stesso in cui si trova ad ope-
             l’area di “gap” di materiale osteoconduttivo, quale la  rare, senza l’attivazione di processi di degradazione.



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