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L’uso di osteoinduttori in neurochirurgia ricostruttiva                        G.F. Maddalena



             tutto impulso notevole l’ha avuto quando si sono rea-  addome dell’opercolo cranico. Nella nostra esperien-
             lizzate protesi custom made (su misura) in HA, anche  za, fino ad ora, non sono stati segnalati, con le protesi
             se registrano una bassa resistenza primaria alle solle-  in idrossiapatite custom made, casi di complicanze set-
             citazioni meccaniche, rispetto al PMMA. Il suo largo  tiche e siamo confortati dal fatto che il sistema è ormai
             uso è stato, per altro, favorito dagli svantaggi degli in-  di scelta nelle maggiori casistiche internazionali.
             nesti autologhi (necessità di conservazione dell’osso e  La ricerca e la dimostrazione della osteoinduzione e
             sua sterilità, secondo intervento di riposizionamento)  osteointegrazione della protesi, qualità e caratteristi-
             e di quelli eterologhi (reattività biologica, scarso iso-  che richieste alla HA, anche in relazione alla possibi-
             lamento termico, peso eccessivo, difficile plasmabili-  lità di correzione della bassa resistenza meccanica del
             tà, reazione esotermica nella fase di preparazione,  materiale, ci hanno sollecitato a verificare l’integra-
             ecc.) e dalle sue caratteristiche di porosità strutturale  zione della stessa e la sua entità. Nel corso degli ulti-
             che ben si prestano ad offrire un’impalcatura (scaf-  mi due anni, inoltre, alcuni pazienti sono stati trattati
             fold) naturale per la migrazione degli elementi cellu-  con induttori quali colla di fibrina, il gel piastrinico e
             lari fondamentali della matrice ossea. Si assiste, in tal  cellule staminali di derivazione adiposa. La tecnica
             modo, nel tempo alla colonizzazione della protesi da  chirurgica non è stata sostanzialmente modificata,
                                     (b)
             parte di matrice neoformata che, nella nostra espe-  servendosi, comunque, di piccoli fori nello spessore
             rienza, può essere influenzata da induttori autologhi.  dell’osso naturale e riempiendo, alla fine, con siringa
                                                              questi e la porosità della protesi con colla di fibrina,
                                                              gel piastrinico e/o cellule staminali. Per l’estrazione di
                CASISTICA                                     questa frazione dal grasso addominale e la realizza-
                                                              zione di gel piastrinico ci si è avvalsi di un sistema di
             Presso la Unità Operativa di Neurochirurgia di Brin-  centrifuga (My Stem) molto simile a quelli in uso per
             disi, dal 2004 ad oggi, sono stati impiantati 20 protesi  la chirurgia plastica (Lipofilling). La centrifuga, infat-
             custom made in idrossiapatite porosa della Fin-Cera-  ti, consente di estrarre da 2 siringhe da 10 ml di san-
             mica di Faenza, dopo esperienze di ricostruzione con  gue del paziente circa 10 ml di gel piastrinico e da 10
             PMMA, carbonato di idrossiapatite in pasta (Norian),  ml di grasso circa 3 ml di porzione grassa ricca in cel-
             queste ultime necessariamente supportate da mesh in  lule staminali. Dei 5 pazienti trattati con osteoindutto-
             titanio e riposizionamenti ossei dopo intascamento in  ri, 4 hanno ricevuto “gel” in associazione con “cellule
                                                              staminali”, 1 solo “cellule staminali”. Allo scopo di
                                                              dimostrare la reale efficacia di tali trattamenti e la con-
             (b)
               Il tessuto osseo si costituisce di una componente inorganica  creta “colonizzazione” della HA, in accordo e su sug-
               (idrossiapatite e osteocalcio fosfato) pari al 60% del peso  gerimento dei colleghi della Medicina Nucleare, si so-
               secco e di una organica, pari al 40% del peso secco.                               99
               Quest’ultima è costituita da collagene, proteoglicani, proteine  no effettuati controlli scintigrafici con il  Tecnezio
               della matrice (osteocalcina, osteonectina, osteopontina, cito-  Medronato II in tecnica trifasica (fase di perfusione ed
               chine e fattori di crescita), che caratterizzano la modulazione  iperconcentrazione del radiofarmaco nella fase tardi-
               della parte inorganica, la mobilizzazione ed il turnover degli
               osteoblasti, osteociti ed osteoclasti, la sensibilità del tessuto  va), radioisotopo selettivo per le aree ossee metaboli-
                                                                                              (c)
               osseo agli stimoli ormonali (paratormone, calcitonina) e mi-  camente attive e per i centri di crescita (Figura 1).
               nerali (equilibrio Ca/P). Gli osteoblasti provengono dalla diffe-
               renziazione delle cellule osteoprogenitrici dello strato interno
               periosteo o dai nidi perivasali sanguigni dell’osso. Sono le
               cellule fondamentali del tessuto osseo, deputate alla forma-  (c)  Si tratta di un radioisotopo con difosfonato che, come tutti i fo-
               zione della componente minerale e alla produzione della ma-  sfonati, subisce un chemioadsorbimento per mezzo di legami
               trice intercellulare, attraverso il fattore di crescita trasforman-  chimici nei siti di fissazione e dislocazione sulla superficie dei
               te (TGF-B) e le proteine osteonectina e osteocalcina. Sensi-  cristalli di HA. Le grandi estensioni di HA nelle zone di cre-
               bilizzano l’attivazione degli osteoclasti, direttamente o indiret-  scita ossea o metabolicamente più attive permettono un
               tamente, attraverso la collagenasi osteoblastica. Gli osteociti  maggior adsorbimento e, quindi, una maggiore concentrazio-
               sono tipici elementi dell’osso maturo e rappresentano la con-  ne del radiofarmaco. Verosimilmente il  Tecnezio Medronato
                                                                                           99
               dizione di quiescenza degli osteoblasti. Partecipano al rimo-  si lega anche alla matrice ossea o ad elementi enzimatici o
               dellamento osseo in risposta a stimoli esterni, prevalente-  proteici della stessa, ma la natura e l’entità di tali rapporti non
               mente di tipo ormonale. Gli osteoclasti originano come pre-  è, allo stato attuale, ancora ben conosciuta. La fissazione dei
               osteoclasti dal tessuto emopoietico e sono molto vicini ai mo-  difosfonati all’osso è, inoltre, influenzata dal turnover meta-
               nociti. Richiamati nel sito osseo si fondono insieme, costi-  bolico, dal flusso ematico locale (la captazione aumenta, an-
               tuendo elementi sinciziali capaci di dissolvere la componente  che se in modo non proporzionale, 30-40% nelle aree con
               organica ossea attraverso la liberazione di elementi lisoso-  flusso incrementato di 3-4 volte) e dal tono simpatico che re-
               miali e l’abbassamento distrettuale del pH.     gola il flusso capillare distrettuale.



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