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Proceedings SNO “Cranioplastica terapeutica”
Comunicazione
La sindrome del trapanato cranico
P. BRAMANTI, M. CATANESI, R.S. CALABRÒ, R. CIURLEO, F. CORALLO,
S. DE SALVO, S. MARINO
IRCCS Centro Neurolesi “Bonino-Pulejo”, Messina
INTRODUZIONE falo: nell’istante in cui l’integrità dell’involucro os-
seo viene violata si vengono a creare delle lacune cra-
Numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano che niche che possono provocare danni encefalici, che
la pratica della trapanazione cranica è il più antico in- sommati all’effetto diretto del trauma ed alle compli-
tervento chirurgico mai eseguito. I reperti ossei atte- canze ischemico-emorragiche, danno vita a quelle
stano che questo tipo di intervento veniva già esegui- che gli specialisti del settore chiamano sindrome del
to in epoca preistorica; il più antico esempio italiano trapanato cranico e sindrome del lembo cutaneo af-
di cranio con trapanazione è quello di Catignano (Pe- fossato .
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scara), risalente al periodo neolitico.
La trapanazione era largamente diffusa in Europa, in
Asia e nell’America del Sud, per esempio tra i popo- “SINDROME DEL TRAPANATO
li nativi come gli Aztechi, i Maya e gli Incas. CRANICO” E “SINDROME DEL LEMBO
In passato, la tecnica della trapanazione del cranio CUTANEO AFFOSSATO”
veniva per lo più praticata: come toeletta per ferite al
capo con sfondamento delle ossa craniche; per alle- La sindrome del trapanato cranico viene per la prima
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viare gli effetti di una pressione endocranica abnorme volta descritta nel 1939 da Grant e Norcross , i qua-
(meningite) e in particolar modo per fare uscire gli li constatarono che molti pazienti sopravvissuti alle
spiriti, penetrati nel cranio, e che provocavano malat- grandi guerre, portatori di grossi difetti cranici (brec-
tie mentali. cia ossea post-traumatica), presentavano sintomi neu-
Questa tecnica, nota come “craniectomia”, con le do- rologici, per lo più soggettivi, caratteristici di questa
vute modifiche, viene ancora praticata in seguito a sindrome, quali forte mal di testa, vertigini, affatica-
gravi eventi traumatici, in casi di edema cerebrale e di bilità, fastidio nella sede del difetto cranico, sensa-
rigonfiamento cerebrale intrattabile dopo insulto zione di apprensione ed insicurezza, depressione ed
ischemico massivo, ma anche come trattamento chi- intolleranza alle vibrazioni.
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rurgico di tumori che interessano l’osso, ab intrinse- Più tardi Yamaura e Makino , definirono la sindro-
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co, o per contiguità . Il termine craniectomia deriva me del lembo cutaneo affossato come un insieme di
dal greco kranion-tomos che significa “taglio del cra- obiettivi sintomi neurologici, dovuti ad un aumento
nio” e difatti è l’asportazione chirurgica di un tratto della pressione atmosferica rispetto a quella intracra-
dello scheletro osseo del cranio. La scatola cranica ha nica che determina, dal punto di vista estetico, una
sostanzialmente una funzione protettiva verso l’ence- caratteristica concavità del lembo cutaneo.
Corrispondenza: Prof. Placido Bramanti, IRCCS Centro Neurolesi “Bonino-Pulejo”, via Palermo, 98124 Messina (ME), tel. 090-
60128926, e-mail: bramanti@irccsneurolesiboninopulejo.it, bramanti.dino@gmail.com
Cranioplastica terapeutica (a cura di Bruno Zanotti, Angela Verlicchi, Pier Camillo Parodi): 23-26.
Proceedings SNO: Master sulle Cranioplastiche terapeutiche custom made - LII Congresso Nazionale SNO, 11 maggio 2012, Roma.
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