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Proceedings SNO                                                    “LX Congresso Nazionale SNO”
                                                                                    VENERDÌ, 19 NOVEMBRE

              Abstract    SIMPOSIO PARALLELO:
                          “MALATTIE RARE”




                      Malatttia di Fabry


                 J. MOLLER, V. PIRAS, P. MARCHI, L. PINNA, M. MELIS

                 UO di Neurologia e Stroke Unit, Dipartimento di Neuroscienze, Azienda Ospedaliera “G. Brotzu”, Cagliari





              La Malattia di Fabry (MF) è una malattia genetica X-lin-  più sfumato con una prognosi migliore e una maggiore so-
              ked dovuta alla mutazione del gene GLA che determina la  pravvivenza del paziente. Le complicanze cerebrovascola-
              deficienza dell’enzima a-galattosidasi A ed il conseguente  ri sono una delle principali cause di morbidità e mortalità
              accumulo di glicolipidi (in particolare il globotriaosylcera-  della malattia. L’ictus ischemico e gli attacchi ischemici
              mide o Gb3 e la globotriaosylsfingosina o Lyso-Gb3) al-  transitori sono gli eventi cerebrovascolari più diffusi e si
              l’interno dei lisosomi di svariati elementi cellulari con il  verificano in età più precoce del solito nella popolazione
              coinvolgimento di più organi vitali (rene, cuore e sistema  generale. Per molti pazienti con MF, l’ictus è la prima ma-
              nervoso). Si tratta quindi di una patologia multisistemica,  nifestazione clinica grave della malattia e può essere l’e-
              causa di sintomi neurologici, cutanei, renali, cardiovasco-  vento che porta alla diagnosi . Appare quindi appropriato
                                                                                     (4)
              lari, cocleo-vestibolari e cerebro-vascolari, con conseguen-  un workup clinico e biochimico per MF nei pazienti con ic-
              te variabilità prognostica. La stessa età di esordio è diffe-  tus giovanile criptogenetico. I programmi di screening fa-
              rente da un paziente all’altro, come anche la velocità di  miliari e di popolazioni a rischio hanno infatti rivelato co-
              progressione della malattia. Nella forma classica, in cui la  me incidenza e prevalenza della MF sia maggiore di quan-
              mutazione causa la totale assenza di enzima, la malattia si  to ritenuto in passato e come siano diffuse le forme atipi-
              manifesta già nell’infanzia con dolori all’estremità delle  che ad esordio tardivo. Recenti evidenze hanno suggerito
              mani e dei piedi, ipoidrosi, angiocheratomi cutanei, cornea  inoltre una possibile connessione tra mutazioni del gene
              verticillata e albuminuria. La malattia progredisce nell’a-  GLA e disturbi neurodegenerativi/sclerosi multipla e altre
              dolescente e nel giovane adulto con la comparsa di protei-  sinucleinopatie così come già descritto per la malattia di
                                                                     (5,6)
              nuria, di una cardiomiopatia ipertrofica, cui si associano  Gaucher . L’attività dell’alfa galattosidasi A (carente nel-
              spesso eventi cerebrovascolari, ed insufficienza renale cro-  la malattia di Fabry) è più bassa nei pazienti con PD piut-
              nica che progredisce rapidamente verso la fase terminale  tosto che nei controlli. Appare inoltre più alta la prevalen-
              già attorno alla terza-quarta decade di vita, comprometten-  za di malattia di Parkinson nei pazienti con MF ad esordio
                                         (1-2)
              do la sopravvivenza di tali pazienti . Nelle femmine ete-  tardivo, con un elevato carico di lesioni vascolari a livello
              rozigoti, pur in presenza di una attività enzimatica a volte  cerebrale e debole risposta alla Levo-dopa . Lo studio e la
                                                                                               (7)
              del tutto normale, la malattia si manifesta non raramente  conoscenza dei meccanismi patogenetici della malattia può
              con quadri clinici del tutto sovrapponibili a quelli del ma-  consentire una maggior consapevolezza della malattia
              schio emizigote, anche se in genere più sfumati e a com-  stessa e quindi una diagnosi più precoce. Attualmente, il
              parsa più tardiva. Per tale motivo le pazienti femmine non  rinnovato interesse nei confronti di tale condizione morbo-
              devono essere considerate come “portatrici” della malattia  sa è mirato proprio alla necessità di fornire una diagnosi
              ma, al contrario, trattate e monitorate allo stesso modo dei  precoce, al fine di avviare tempestivamente la terapia e ral-
                   (3)
              maschi . Accanto alle forme classiche esistono delle va-  lentare o evitare l’instaurarsi di un danno d’organo irrepa-
              rianti atipiche, tardive, in cui prevale l’interessamento di  rabile. Per tale ragione, diventa indispensabile il sospetto
              un solo organo. Tali varianti sono frequentemente associa-  diagnostico, che nasce dall’attenta osservazione e ricerca
              te a determinati genotipi in grado di produrre una modesta  dei sintomi, unitamente all’anamnesi e alla valutazione cli-
              attività enzimatica residua che comporta un quadro clinico  nica complessiva del paziente. Trattandosi di una patologia



              Corrispondenza: Dr.ssa Jessica Moller, UO di Neurologia e Stroke Unit, ARNAS G. Brotzu, piazzale Alessandro Ricchi 1, 09134
              Cagliari (CA), e-mail: jessicamoller@tiscali.it
              LX Congresso Nazionale SNO, 17-20 novembre 2021, Cagliari.
              Atti a cura di Maurizio Melis, Carlo Conti, Simone Comelli.
              Copyright © 2021 by new Magazine edizioni s.r.l., Trento, Italia. www.newmagazine.it  ISBN: 978-88-8041-134-5



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