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Proceedings SNO “LXI Congresso Nazionale SNO”
GIOVEDÌ, 10 NOVEMBRE
Comunicazione SIMPOSIO PARALLELO:
“NEUROTRAUMATOLOGIA DI GUERRA: RITORNO AL FUTURO”
La chirurgia cranica della prima Guerra Mondiale:
l’esperienza sul fronte italiano
A. NATALONI , F. SERVADEI 2
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1 Società di Cultura e Storia Militare, Roma
2 Dipartimento di Neurochirurgia, IRCCS “Humanitas” Clinical and Research Center, Rozzano, Milano
INTRODUZIONE rite cerebrali furono trattate allo stesso modo. I chi-
rurghi praticavano comunemente un’incisione sul
Nel corso della storia l’uomo ha sempre avuto una cer- cuoio capelluto, prevedevano una piccola craniecto-
ta abilità nel procurarsi traumi cranici. E fin dall’alba mia nel sito di penetrazione cranica, pulivano ogni
dei tempi ha tentato di intervenire, consapevole che la traccia della ferita cerebrale e drenavano parzialmen-
scatola cranica conteneva e proteggeva l’organo pro- te attraverso una chiusura incompleta . L’impiego di
(1)
babilmente più importante di ogni essere umano: il questa tecnica di drenaggio aperto provocò un tasso
suo cervello. Le prime evidenze risalgono addirittura di mortalità postoperatoria precoce con una variabili-
al periodo pre-incaico in Perù. La serie quasi ininter- tà tra il 44% e il 60% Inutile dire che eravamo agli al-
rotta di conflitti e di guerre sono poi diventate la fon- bori della neurochirurgia cranica. Ci vorranno anni
te primaria di traumi che raggiunse il suo culmine con per ottenere risultati efficaci. In ogni caso allo scop-
la Prima Guerra Mondiale. Tra i tanti motivi di inte- pio della Grande Guerra tutti i chirurghi siano essi
resse della Grande Guerra, la sanità è un argomento francesi, tedeschi, austriaci, russi, britannici e italiani
particolarmente significativo perché dal suo studio si raccolsero la sfida. Con il miglioramento delle tecni-
è giunti a scoprire le direttrici di miglioramento che che antisettiche e la sempre maggiore sterilità, il tas-
nacquero dall’esasperazione di quella medicina d’ur- so di mortalità derivante da ferite alla testa andrà via
genza. E tra queste la neurochirurgia cranica. via diminuendo fino a raggiungere il 35%. Ma se le
tecniche miglioravano con debridement chirurgico e
chiusura primaria, la cranioplastica (all’epoca de-
LA CHIRURGIA CRANICA scritta come osteoplastica) era ancora alla preistoria
DURANTE LA GRANDE GUERRA con l’impiego quasi esclusivo di placche d’oro e
d’argento.
All’inizio della Prima Guerra Mondiale, le ferite dei
tessuti molli contaminate ed infette erano trattate in
modo sbrigativo, molto spesso incompleto e le si la- L’ESPERIENZA SUL FRONTE ITALIANO
sciava aperte per garantire il drenaggio. (1915-1918)
Successivamente venivano quasi sempre immerse in
vari antisettici e chiuse secondariamente molti giorni A differenza delle precedenti guerre, le ferite da arma
dopo. Analogamente anche la maggior parte delle fe- da taglio furono pochissime, mentre quelle da arma
Corrispondenza: Dr. Angelo Nataloni, Redazione new Magazine edizioni, via dei Mille 69, 38100 Trento (TN), e-mail: angelonataloni@
gmail.com
LXI Congresso Nazionale SNO, 9-12 novembre 2022, Riva del Garda (Trento).
Atti a cura di Bruno Zanotti e Antonio Nicolato (con la collaborazione di Ebba Buffone, Bedetto Pietralia, Giampietro Pinna)
Copyright © 2022 by new Magazine edizioni s.r.l., Trento, Italia. www.newmagazine.it ISBN: 978-88-8041-137-6
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